Chiesa San Vigilio

Rovio

La chiesa di San Vigilio è al momento oggetto di restauri.

 

La piccola chiesa è stata costruita in posizione isolata, su un panoramico poggio a ovest del paese.

Risalente alla prima metà dell' XI secolo ed eretta forse su una precedente costruzione religiosa, costituisce uno dei più interessanti esempi del romanico sottocenerino.

 

La struttura muraria esterna è caratterizzata da arcatelle tripartite, alternate da lesene. Sul lato meridionale si apre un piccolo portale ad arco in sasso con quattro nicchie, forse tracce di un piccolo edificio premillenario. La navata unica è coperta con patriata a vista. L'abside è interamente decorata con affreschi della prima metà del XIII secolo, dal forte influsso bizantino. Nel catino, Cristo in Maestà racchiuso in una mandorla e attorniato dai quattro Evangelisti, e la Maddonna affiancata dai dodici apostoli. Lo zoccolo è adornato con un velario monocromo. Nella nicchia si trova una statua di San Rocco attribuita a Pietro Mazzetti, dell'inizio del XVIII secolo.

 

In periodo barocco la facciata fu dipinta di rosso, due affreschi di santi e una croce in rilievo centrale ne modificarono l'aspetto; archi e lesene furono lisciate con calce, la lunetta sopra la porta fu chiusa, il pavimento fu ricoperto con pianelle di cotto, e fu costruito un nuovo altare in stucco lucidato. Nel 1837 due muratori di Rovio lo modificarono nuovamente. Al primo pavimento in cotto ne venne sovrapposto un secondo.

 

Nel 1857, dopo un'epidemia di colera, venne aperto un arco nella parete sud ed eretta una cappella votiva dedicata a San Rocco.

Nell'agosto del 1948 si iniziarono i lavori di restauro: la cappella di San Rocco, che era stata aggiunta sul lato sud, fu abbattuta, il muro fu ricostruito e fu riaperta la porticina laterale. L'altare maggiore barocco fu rimpiazzato con l'attuale, che riproduce l'antico altarino romanico, nell'abside fu riportato alla luce l'originario pavimento in pietra e, infine, furono restaurate le pitture da parte del pittore Tita Pozzi, ridando così a questo gioiello del romanico il suo aspetto originario che ancor oggi possiamo ammirare.

 

[testi: Mendrisiotto Turismo]

 

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